San Gemini
San Gemini, l’elogio della vita lenta!
San Gemini – Il Nome
Sulle pietre sconnesse della Via Flaminia risuonano ancora i passi degli antichi romani, che qui avevano una bella città, Carsulae, oggi museo archeologico en plein air. San Gemini è il paese delle acque, da quelle naturali e minerali per cui è noto, a quelle delle vicine cascate delle Marmore. Fiumi e ruscelli attraversano un territorio ricco di profumi e colori, dove è possibile un lento vivere, fatto delle chiacchiere di quattro amici al bar, di passeggiate per antichi chiostri, di incontri senza fretta davanti al municipio, con un’andatura d’altri tempi. Giardini, balconi e vasi di fiori ingentiliscono la pietra: la quale evoca – in un labirinto di stradine, scalinate e archi – un medioevo che perdura nei giochi e nei riti della gente, come negli affreschi ingenui delle chiese. Dentro, la calda intimità delle case protette dai coppi originari, sembra suscitare i nudi scultorei di Guido Calori, l’artista del luogo.
San Gemini – Il Prodotto
Oggi come già in epoca romana, San Gemini è famosa per le curative acque minerali.
Vino ed olio extra vergine di oliva, e ancora i norcini che lavorano sapientemente la carne con metodi tradizionali e i fornai, i quali, oltre al pane salato, fanno nascere con le loro mani, pizze di formaggio e focacce salate ed i pasticceri che rinnovano con le loro specialità le vecchie tradizioni come quella del pampepato.
San Gemini – Il Piatto
I picchiarelli alla sangeminese, con sugo piccante. I picchiarelli sono una pasta tirata a mano e della grandezza di una cordicella.
San Gemini: Da Vedere
Borgo medievale di viuzze, scalinate, arcate e torrioni, immerso nell’incantevole paesaggio umbro, e ora anche Città Slow (non potrebbe essere altrimenti: qui la lentezza è d’obbligo), San Gemini non si dimentica facilmente. La visita può cominciare da Piazza San Francesco, cuore del paese, che collega la parte più moderna, rinascimentale e successiva, al nucleo più antico, arroccato sulla sommità del colle. Sulla piazza si affacciano la Chiesa di San Francesco e il settecentesco Palazzo Comunale che ha sostituito Palazzo Vecchio come sede del Comune. La chiesa, dedicata al santo di Assisi che qui effettuò un esorcismo nel 1213, risale a quel periodo e presenta un bel portale gotico con antica porta di legno; l’interno in stile gotico conserva affreschi di scuola umbra.
Attraverso la Porta Burgi del XII secolo si entra nel quartiere medievale percorrendo la Via Casentino che seguiva fedelmente il tragitto della Via Flaminia. Si apre ai nostri occhi la piazza occupata quasi completamente, data la sua imponenza, dal Palazzo Vecchio (XII-XIII secolo) che fu la sede del Capitano del Popolo. Merita una visita (da concordare con la Pro Loco) per almeno due motivi: nella sala centrale, gli interessanti affreschi che illustrano scene del lavoro nei campi, e nella Torre Esperia che gli sorge accanto, la campana forgiata nel 1318 da Mastro Matteo da Orvieto, simbolo del libero Comune perché serviva a chiamare i cittadini alle adunanze pubbliche. Accanto, nella piccola Chiesa di San Carlo (già Santa Maria de Incertis) si ammirano un ciborio trecentesco e numerosi affreschi dei secoli XIV e XV, tra cui una splendida Madonna con Bambino e l’altrettanto bella Madonna in trono.
Proseguendo, si raggiunge Piazza Garibaldi da dove si arriva alla Chiesa di San Giovanni, di cui la facciata romanica, veramente notevole, rappresenta la parte più antica: reca impressa la data di costruzione – 1199 – e i nomi degli architetti. Tra le molte opere da vedere, ricordiamo il fonte battesimale del XVI secolo e la Madonna lignea settecentesca. Nel vicino ex Convento di Santa Maria Maddalena ad attrarre è subito il chiostro. Appena fuori, una breve passeggiata sulle mura consente di apprezzare il panorama insieme con la sapienza costruttiva medievale.
Tornati in Piazza Garibaldi e in Via Casentino, lo sguardo si perderà nel labirinto di vicoletti, scalinate, angoli fioriti che rendono San Gemini così attraente. Da Piazza Garibaldi ci si porta in Via del Tribunale per raggiungere poi la casa patrizia dove sono conservati i mosaici pavimentali romani (di proprietà privata, serve accordo con la Pro Loco). Si ritorna quindi in Piazza San Francesco per imboccare Via Roma e quindi arrivare, prima dell’Arco di Porta Romana, alla Piazza del Duomo su cui si affacciano il Palazzo Santacroce (oggi albergo) e il Duomo di San Gemine, molto antico ma restaurato completamente nella prima metà dell’Ottocento da un architetto che forse si è avvalso dei consigli del Canova. L’interno è ridondante di Stucchi e ospita dipinti del Seicento.
Oltrepassato l’arco, continuando a destra si raggiunge in breve la Chiesa di San Nicola, dalla lunga storia, che inizia nei primi anni del Mille, come attesta un documento del 1037, e arriva sino a New York, dove certamente al Metropolitan Museum è finito il meraviglioso portale originario: quello che ammiriamo oggi è una copia perfettissima. Da vedere all’interno la Madonna con Bambino di Ruggero da Todi (1295).